Data evento: 18/03/2017 Esporta evento
L’Umana Patata® - Oreno di Vimercate

L’Umana Patata® - Oreno di Vimercate

Viaggio tra il coltivare e il vivere - Edizione 2017

di Maurizio V. Cavagna

Clic per aprire la locandina

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La Spiritualità della proposta

Ognuno di noi, si relaziona con se stesso e con il mondo attraverso il parlare, pensare, immaginare, progettare, fare azioni e può avere un’intenzione più o meno conscia di ciò che lo spinge a fare ciò che fa. Tuttavia quello che facciamo, consolida o produce un cambiamento, dentro e fuori di noi.

Qualunque cosa facciamo o diciamo, è un’azione e ha un impatto enorme su tutte le persone intorno a noi e di ritorno, riceviamo un effetto karmico* nella nostra vita. Questo è il punto di partenza della lezione a cui Gandhi era arrivato e non era l’unico:

“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fin tanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

Mahatma Gandhi

“Non possiamo vivere solo per noi stessi. Migliaia di fibre ci collegano agli altri esseri umani, ed assieme a queste fibre, come fili reciproci, le nostre azioni corrono come cause e tornano a noi come effetti.”

Herman Melville

La semina della patata, vuole essere una azione concreta, è una metafora che trasportata all’uomo, significa:

  • Cosa vuoi seminare dentro te stesso?
  • Cosa vuoi far crescere? E come lo vuoi far crescere?

Riferendosi alla citazione di Gandhi, le domande che possiamo porci sono:

  • Sono soddisfatto della mia vita?
  • Posso fare qualcosa per gli altri e in che modo?
  • Che tipo di cambiamento desidero fare dentro me stesso per espanderlo poi fuori?
  • Desidero cambiare qualcosa e in che direzione?

È quindi fondamentale avere una certa chiarezza di ‘spiritualità’ con cui ci muoviamo e pensiamo, perché tutto ricade su di noi e all’ esterno a noi.
Non possiamo lamentarci per le cose che non vanno, dobbiamo chiederci:
“Io, in questa situazione, cosa posso fare? Come posso cambiare, se scelgo di cambiare, ciò che non mi piace?”

La spiritualità di questa proposta, è incarnata nella patata che diventa strumento, oggetto concreto che viene trasformato in azione attraverso la semina e la cura del tubero per arrivare ad un raccolto di patate da un lato e sotto forma di ‘raccolto’ interno in ciascuno che partecipa all’iniziativa. Tutto ciò che fa la patata è al servizio della vita, e fa di tutto per produrre vita, creare nutrimento, trasmettere ciò che ha ‘dentro’: la forza al servizio della vita, il perpetuarsi della vita e quindi del nutrimento. È un richiamo a ciascuno di noi alla vita, a onorare la vita che ci è stata data dai nostri genitori:

“Celebrare la vita, fare della vita una festa permanente”.

Marshall B. Rosemberg

Non solo onorarla, ma anche impegnarsi a trasmetterla, ad ampliarla, a creare ‘nutrimento’ per se e per gli altri:

“… io penso sia davvero la nostra natura: il voler contribuire al benessere gli uni degli altri.”

Marshall B. Rosenberg

Non dobbiamo farci ingannare da ciò che assistiamo, dove la competizione uno contro l’altro e azioni violente, sono il ‘piatto’ forte di ogni trasmissione e notizia di cronaca. Ci viene in aiuto Gandhi, quando sosteneva, che si deve fare una distinzione molto chiara tra ciò che è comune, da ciò che è naturale.
E la violenza, non è naturale:

“La guerra è un’invenzione dell’uomo; non si tratta di un fatto biologico.”

Margaret Mead, Antropologa

Programma radiofonico “Ben Fatto” Radio 1, 21 settembre 2010 Giornata Internazionale della Pace ore 8.34 circa, conduttori: Annalisa Manduca e Lorenzo Opice.
Interviene Enrico Cheli, Sociologo e Psicologo Docente all’Università di Siena

Enrico Cheli:
“Si, però, vorrei contestare la visione del radioascoltatore, visione pessimistica peraltro non solo sua e cioè che la violenza sia insita nell’animo umano. Non è così, le teorie psi¬cologiche più recenti, anche sociologiche, ormai da almeno da settant’anni, ottant’anni, puntano in un’altra direzione e cioè l’essere umano, si certamente ha una componente di aggressività, essendo anche un animale oltre che un umano, ma fondamentalmente è la cultura, la società in cui vive che lo plasma in direzione di una violenza, altrimenti il bambino piccolo se viene educato in un ambiente amorevole, in un ambiente dove gli vengono dati esempi di buona comunicazione, di buona relazione con gli altri, viene su come essere benevolo, come essere relazionale positivo nei confronti degli altri. Questo si è capito bene: è la sofferenza durante l’infanzia, sofferenza spesso dovuta a delle so¬cietà violente, a delle culture violente che produce poi come una spirale, un circolo vizio¬so a sua volta di violenza. Quindi non è vero che è nell’animo umano, principalmente è nella cultura. Se noi cambiamo la cultura, cambiamo il modo di educare i figli, di educarli a scuola ecc. ecc. ed è quello che per fortuna in questi ultimi sessant’anni sta accadend, ma non abbastanza, si può fare di più.”

Lorenzo Opice:
“Ci sono ascoltatori che stanno commentando l’argomento: - La guerra è insita nell’uomo! - ci dice un ascoltatore da Varese che si chiama Gianluca.“

Lorenzo Opice:
“Professore, abbiamo purtroppo terminato anche il nostro tempo, però altri ascoltatori dicono: - Ci sarà guerra fino a quando l’uomo avrà la sete di potere! - E credo che la sete di potere faccia parte proprio dell’indole umana o no?”

Enrico Cheli:
“No! Non è così, la sete di potere dipende e in questo la psicologia devo dire ha fatto passi da giganti, alcune scuole di psicologia, dipende dalla mancanza di amore. Quindi quando un essere umano da piccolo non viene amato a sufficienza, viene in qualche modo manipolato o poco amato, ecc. ecc. sviluppa una tendenza a ricercare dei surroga¬ti, il potere diventa un surrogato dell’amore che non ha avuto!”

“Tutta la nostra società di consumi si basa sulla soddisfazione di falsi bisogni, di surrogati di bisogni, ma non dei nostri reali bisogni.”
Marsall B. Rosenberg

“La tragedia più grande, è che il vuoto non può essere colmato. La fiducia, l’amore e l’affetto, non possono mai essere sostituiti. Non possono essere acquistati e non possono essere “immessi” più avanti. Né può il nulla essere terapeuticamente “sistemato”, per¬ché la terapia non funziona sui disturbi di personalità profonde che hanno origine nei primissimi anni di vita.”
“Un bambino che non riceve abbastanza amato nei primi tre anni, è per sempre come un secchio che perde. Anche se le persone possono continuare a immettere ‘dentro’, il secchio non può essere riempito; la necessità del singolo per l’amore, è insaziabile. Una tale persona può passare una vita alla ricerca di quello che lui o lei non potrà mai rag¬giungere: l’affetto non ricevuto. Tuttavia, un bambino che viene nutrito correttamente nei primi tre anni, ha il dono di essere in grado di dare agli altri.”

dottor Elliott Barker

La pubblicità e i beni di consumo, svolgono questa funzione: sostituire ciò che ci è mancato, ciò di cui abbiamo realmente bisogno, farci illudere di poter ‘riempire il ‘vuoto’, piccolo o grande che sia:

“La pubblicità ha l’obiettivo di creare bisogni, che nella maggior parte dei casi, con quelli ‘reali’, non hanno niente a che fare!”
Marco Bocconi, esperto di Marketing

“L’attaccamento non è altro che la tendenza umana, profondamente radicata, di avvici¬narsi ad altri esseri umani per creare legami emotivi significativi. E’ un’attitudine del tutto normale e sana, non è una regressione, ne una patologia. Infatti, che ci piaccia o no, siamo geneticamente programmati in modo da avere bisogno di attaccamenti primari, fonda¬mentali, che danno senso e valore alla nostra vita. Credere che i comportamenti di attacca¬mento riguardino soltanto l’infanzia è un errore, poiché sono una costante di tutta la vita.”
“Un attaccamento primario forte, sicuro e affidabile, è fonte di immensa gioia per il bam¬bino, è ciò che dà senso al suo mondo, che lo colora, lo illumina, è una ricchezza interiore, una risorsa per la sua vita. Questo attaccamento lo rende psicologicamente forte, nutre il suo senso di speranza quando deve affrontare una sfida, gli permette di percepire il mon¬do come un luogo sicuro. Una vita arricchita da attaccamenti forti, fa sentire al bambino il fascino del mondo che lo circonda. L’amore di una persona, in altre parole, si trasforma in amore per la vita stessa.”
“Inoltre, un legame forte e sicuro, costituisce per lui il punto di partenza per esplorare il mondo, afferrare la vita e viverla pienamente”.

Margot Sunderland
“Aiutare i bambini… a superare lutti e perdite” Erickson ed.

Per tornare alla nostra patata, così come lei fa il meglio che può, anche ognuno di noi cerca di fare il meglio che può per sostenere la propria vita:

“… i miei messaggi è, credete nei valori, non esiste di per se il male, il male lo creiamo noi!”

Rita Levi Montalcini

Cioè, non esiste la patata ‘schifezza’, la patata che non da frutto, esiste la patata che fa di tutto per creare nuovo nutrimento, nuove patate, anche nelle ‘peggiori’ condizioni e molte volte ci riesce, anche se non è messa nel terreno: ‘il parto della patata’ come ho potuto constatare io in più occasioni. Così, esiste anche ognuno di noi con la propria storia, frutto di come è stato concepito, partorito, educato, cresciuto, formazioni ed esperienze avute e il fatto di essere vivo, testimonia che ha ricevuto un sufficiente amore tale da avergli permesso la vita:

“L’unica razza che conosco è quella umana.”
Albert Einstein

“Si veda nell’altro non un nemico, ma un fratello, per costruire insieme un mondo migliore!”
Jòzef Wojtyla - Papa Giovanni Paolo II

Il punto di partenza fondamentale è questo: accettarci per dove siamo, per chi siamo; ognuno con la propria storia che si porta dentro, con le proprie azioni fatte, con i propri rancori e/o rabbie.
A che serve condannare? Punirci? Punire? Quello che ci può aiutare, è comprendere, cooperare, trasformare, imparare a cogliere degli insegnamenti da ciò che accade, così da prevenire future azioni che creano dolore, sofferenza:

“… possiamo aiutarli a vedere modi più efficaci e meno dannosi di farlo, ma non li incolpiamo, non facciamo loro provare vergogna e non li odiamo perché non sono come noi vorremmo che fossero.”
Marshall B. Rosenberg

Tutto ciò, con la consapevolezza di perseguire una meta:

“… sono stato creato per essere felice e non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.”
Angelo Giuseppe Roncalli - Papa Giovanni XXIII

Cerchiamo ognuno di fare la propria parte, di prenderci la responsabilità per quanto possiamo fare, per creare il ‘nutrimento’ che tutti invocano: un benessere interiore, il rispetto reciproco, la pace nei rapporti: Seminiamo la patata! E festeggiamo!! Festeggiamo nonostante quello che ognuno di noi ha vissuto. Festeggiamo la vita, la possibilità di esserci, di essere qui a scrivere, a leggere, a vivere, a gioire della vita nella consapevolezza che possiamo ‘nutrirci’ e nutrire per arricchirci la vita e non per distruggerla!

P.S. Le vari citazioni fatte, sono ‘solo’ frasi per far comprendere meglio il senso di questa proposta e la direzione che vuole essere, non certo per apparire al pari di questi grandi personaggi o per pormi io più in alto di altre persone, ma essere al servizio e a supporto per un cambiamento e una crescita che coinvolge sempre ognuno di noi.

La gratitudine

Sono grato quindi alla vita, a Voi, che mi state dedicando del tempo, leggendo i contenuti di questa proposta e ancora più grato se deciderete di consultarmi, di approfondire cosa state leggendo o partecipare a questa proposta, perché mi da la possibilità di trasmettere i valori in cui credo, affinché ognuno li recepisca, affinché ognuno prenda consapevolezza di quanto potere ha per contribuire al proprio e altrui benessere.

Il costo

Non lavoro per i soldi, ma i soldi mi danno l’energia per sostenere la mia vita e le mie proposte:

“In una struttura che arricchisce la vita, nessuno lavora per i soldi. Il denaro gioca lo stesso ruolo del cibo per una madre che allatta al seno il suo bambino. Il cibo non è la ricompensa che la madre riceve per allattare il bambino, ma è il nutrimento che le permette di avere l’energia per servire la vita.”
Marshall B. Rosenberg

Ecco perché chiedo dei soldi, ed anche perché dare dei soldi, così come fare il gesto di seminare un tubero, è fare delle scelte, assumersi la responsabilità di qualcosa, prendere consapevolezza di fornire energia in una direzione anziché un’altra, per qualcosa rispetto ad un altro.

*Il termine “Karma”, che in sanscrito significa “azione compiuta”, altro non è che la legge universale di causa ed effetto applicata in senso spirituale. Spesso viene erroneamente considerata come una legge deterministica che induce al fatalismo e alla rassegnazione, ma in realtà il Karma dipende da noi, dalle nostre scelte, e può ovviamente cambiare nel tempo secondo il principio “ciò che si semina si raccoglie”.

Gli obiettivi

  • Imparare a coltivare il tubero.
  • Conoscere la nostra natura.
  • Imparare a riconoscere i propri e altrui bisogni.
  • Scoprire modi diversi per soddisfare i propri bisogni nel rispetto di quelli altrui.
  • Ridurre i comportamenti aggressivi.

 

BUONA SEMINA!! Iscrizioni tel. 338 29 65 977


Conduttore:

Impronta Coraggio® di Maurizio Cavagna, Counselor. È consulente educativo nella gestione dei conflitti con formazione intensiva internazionale sulla Comunicazione Nonviolenta e varie altre formazioni a livello emotivo e corporeo. Ideatore del corso L’ Umana patata® Viaggio tra il coltivare e il vivere. Conduce consulenze per genitori separati, corsi sulla comunicazione, gestione dei conflitti/rabbia.


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